A cura della Federazione Scacchistica Italiana
 

Intervista al Campione Italiano Michele Godena

Innanzitutto complimenti vivissimi.
Erano diversi anni che non partecipavi alla Finale, come mai?

Da molti anni facevo richieste di miglioramenti, chiedendo che venisse dato alla manifestazione il rilievo che merita, in termini tecnici, economici e organizzativi. Il livello, secondo me, era andato sempre peggiorando, fino all'edizione 2004, per la quale non era nemmeno previsto un montepremi.

Cosa ti ha fatto cambiare idea, questa volta?

Quest'anno il presidente Pagnoncelli si è impegnato con entusiasmo per alzare il livello qualitativo complessivo e migliorare lo standard. Mi è sembrato giusto dare un segnale di fiducia nel nuovo corso federale.

Cosa hai apprezzato di più nell'organizzazione?

Credo che la ripresa in diretta delle partite via internet sia stata un'iniziativa molto positiva, che ho constatato essere stata apprezzata anche all'estero. La sede era adeguata all'importanza della manifestazione, e c'è stata grande attenzione anche per la soluzione dei piccoli problemi logistici che si sono presentati nel corso del torneo.

Quali aspetti credi vadano migliorati?

A mio parere, da un punto di vista tecnico, si dovrebbero prevedere più posti per i giocatori che guidano la graduatoria Elo. Non mi sento di condividere in pieno la qualificazione automatica anche del secondo classificato al campionato under 20: secondo me non è un risultato tecnico tale da meritare una qualificazione di diritto alla finale assoluta; sarebbe meglio, ad esempio, garantire al secondo classificato dell'under 20 la partecipazione ad un open, in Italia o all'estero. Anche la semifinale, con la quale si qualificano ben tre giocatori per il C.I.A., dovrebbe essere resa più appetibile, con un discreto montepremi e inviti ai primi della graduatoria non qualificati di diritto, in modo che per i migliori partecipare alla semifinale non sia solo un onere.

Come ci si prepara a una competizione come questa? Quali differenze prevedi, ad esempio, nella preparazione per l'open Aeroflot? A proposito: ci andrai?

Sì, ho già partecipato all'Aeroflot nel 2004 e sono contento di ripetere l'esperienza. Quanto alla mia preparazione, quando si tratta di tornei chiusi, è possibile anche prepararsi sugli avversari, ma devo dire che non cambia molto in relazione al tipo di competizione, lavoro sempre tanto soprattutto sulle mie partite.

A che punto è la programmazione in vista dello storico evento Olimpico di Torino? Dove ti vedremo giocare?

Al momento, ho giocato il torneo chiuso di Spalato, poi parteciperò a Verona, ad un altro torneo chiuso a Ginevra, all'Aeroflot e al campionato a squadre.

I vertici del CONI hanno espresso la speranza di un piazzamento entro il 50° posto. Cosa credi si debba ideare, programmare, attuare per rendere raggiungibile un risultato anche migliore?

Purtroppo, i tempi sono ormai molto stretti. Per pianificare e ottenere un buon piazzamento sarebbe stato necessario un lavoro di almeno un paio di anni, ma le note vicissitudini federali non hanno favorito un'attività di così lungo respiro, molto è stato lasciato, come sempre, all'iniziativa dei singoli. Ora è in programma uno stage di preparazione con Razuvaev a gennaio, e sarebbe opportuno organizzarne un altro in prossimità delle Olimpiadi, limitato magari alla prima squadra, concordando le date con i giocatori.

Sei notoriamente molto fedele al tuo repertorio di aperture: ti fa sentire sempre a tuo agio o ti viene ogni tanto la voglia di voltare decisamente pagina?

Riconosco di essere abbastanza prevedibile, ma da un punto di vista psicologico preferisco ricorrere alle aperture che conosco meglio e che ho approfondito. Sono consapevole che è preferibile avere un repertorio più ampio, e ai giovani suggerisco sempre di studiare le aperture principali (siciliana aperta, spagnola ecc.) e di evitare le "scorciatoie".

Qual è stata la partita in cui ti sei sentito più a disagio, durante il Campionato?

Forse nella prima partita dello spareggio con Arlandi, avendo fatto una scelta di apertura discutibile. Da un punto di vista psicologico, invece, è stata fondamentale la partita con Bruno al terzo turno, sia per me che per lui: prima avevo ottenuto un chiaro vantaggio, nello zeitnot poi ho commesso un errore e mi sono trovato con un pezzo in meno. Per mia fortuna il mio è stato il penultimo errore...

La mossa che ti è piaciuto di più giocare?

Tutta la sequenza finale della partita con Contin è degna di nota, ma in particolare mi ha dato soddisfazione giocare Dh4, avevo pochissimo tempo ed era una mossa non facile da trovare.

La partita più bella del torneo?

Non ho anora avuto tempo di vedere tutte le partite del Campionato. Tra le mie forse quella con Daniel Contin, anche per il valore che aveva in quel momento.

Pensi di partecipare alla prossima edizione?

Penso di sì, se verrà almeno mantenuto lo standard qualitativo ed economico di questa edizione.

Tra una partita e l'altra, sei riuscito a ritagliarti del tempo per visitare le bellezze di Cremona?

Purtroppo non molto, anche le mie condizioni di salute mi portavano a uscire il meno possibile. Ho però potuto apprezzare, perché vicinissima all'albergo, la splendida piazza con il Torrazzo e il Duomo, che mi ha colpito molto.

Durante la Conferenza degli Atleti del 27 novembre ti sei dichiarato disponibile, in linea di principio, a impegnarti in una eventuale Commissione Federale Atleti: quale sarebbe la prima proposta che vorresti presentare?

Credo che sarebbe molto positiva l'istituzione di una Commissione Federale Atleti il cui parere avesse un reale peso nelle scelte tecniche della Federazione. Se dovessi dedicarmi a questa Commissione, credo che sosterrei l'importanza di riconoscere e premiare il merito. La politica federale nei confronti del settore giovanile è encomiabile, ma non dovrebbe essere disgiunta da una altrettanto attenta e lungimirante politica di sostegno verso i giocatori di vertice, qualsiasi età essi abbiano. Anche i giovanissimi cresceranno, e continueranno a dedicarsi agli scacchi solo se avranno prospettive concrete, se potranno constatare che è una scelta che consente una vita dignitosa. Tra le prime proposte che farei, ci sarebbe probabilmente quella di seguire l'esempio di altre Federazioni, come quella greca, che hanno notevolmente migliorato il livello delle loro rappresentative nazionali offrendo una sorta di "contratto", che fa corrispondere a determinati obblighi precisi riscontri economici. So che una proposta simile è stata avanzata anche in Francia, in cui si prospetta un "groupe France" formato dai giocatori di più alto livello. Credo che un'iniziativa simile porterebbe risultati positivi anche da noi.

Quanto ti pesano le interviste post-torneo? ;)

Preferisco non rispondere...

Ehm...ecco...meno male che ho scelto la sequenza di domande più felice, allora! Non sarei mai riuscito a proseguire oltre quei tre puntini...
Scherzi a parte, ti ringrazio per la pazienza e le gentilezza che hai dimostrato ancora una volta.
Alla prossima!